Storie di ciclismo ignorante – Daniele: “Pedalando ho trovato fratelli!”

Ma te sei matto!

Quando decisi di correre la Granfondo Campagnolo Roma questo era quello che esclamavano tutti.

Ma partiamo dal principio.

Io da sempre sono malato di sport. In prima battuta mi piace guardarlo, tanto da seguire anche i campionati di bocce o biliardo sui canali marci della Rai o delle tv locali. Il ciclismo è sempre stato lo sport da mettere in tv e fare altro, mentre Cassani ed altri parlavano di 50-39, barrette energetiche e radio corsa.

Ho anche sempre amato praticare sport, anche se non sono mai stato uno costante, tant’è che ho cambiato sport con la stessa velocità con cui una pornostar si leva le mutande. Ho fatto nuoto anche a livello agonistico, poi basket, poi il pugilato e con una squadra formata da colleghi universitari anche il calcio a 5.

Il mio vero problema è che oltre che di sport sono anche malato di pizza, birra e lasagne della nonna. Ho sempre amato le tavolate infinite piene di amici, vino e quantità industriali di cibo. Niente Mc Donald o cibo spazzatura per carità, solo barbecue, fraschette e trattorie romane. Sono capace di mangiarmi tanti arrosticini quanti riesce a produrne una regione come l’abruzzo. Pecore e maiali sono anni che organizzano la mia uccisione.

Aggiungendo a questo il fatto che non ho mai avuto una costituzione mingherlina, poco più di un anno fa ero arrivato al punto massimo del mio peso: 116 Kg per 175 cm. Non è che sta cosa la vivessi con chissà quale disagio, nel senso che me ne sbattevo altamente, anche se avevo comunque iniziato a stare un po’ attento per “colpa” di analisi del sangue con il colesterolo un po’ alto.

In realtà tutto è nato più da una frustrazione nella mia vita e la voglia di voler fare una piccola impresa. Cazzo, vedevo continuamente gente della mia età (28 anni lo scorso anno) essere all’apice della propria carriera sportiva. Correre maratone, giocare in Champions League, vincere il giro d’italia o semplicemente fare 3 piani di scale senza chiamare l’assistenza medica.

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Casualmente mentre vagano nell’internet ho trovato qualche video della Granfondo Campagnolo Roma e mi sembrava assurdo che c’era gente che saliva in bici su una rampa di un garage come il Rostrum (720 metri con pendenza media del 12% con punte del 18%) in pavè!

Piano piano ho cominciato a pensare di voler essere uno di quei matti che facevano la Granfondo e quindi di allenarmi senza bici da corsa (fino ad un paio di settimane fa mi allenavo con una bici marcia comprata al decatlhon) e vedere che succedeva.

Avevo 10 mesi per mettermi un po’ in forma e imparare a stare in sella per molte ore, praticamente una mezza follia!

Ma questa follia non sarebbe stata tale se non avessi voluto raccontarla tramite i social ed il mio canale Youtube. Avevo voglia di raccontare tutto questo al mondo perché magari, sapere che c’era qualcuno che mi seguisse poteva essere un grande stimolo. Ed infatti poi è arrivata Granfondo Campagnolo Roma e ha deciso di aiutarmi.

Tramite il suo fondatore, Gianluca Santilli ho veramente ricevuto la migliore assistenza possibile (e senza sganciare una lira come un vero scroccone all’italiana!): un nutrizionista che segue anche atleti olimpionici, i prodotti della Multipower per gli allenamenti, e tanti consigli da preparatori e atleti.

Nella vita avere qualcuno che ci sostiene è il massimo. Per quanto sia stato un percorso pieno di ostacoli (una sera ho mangiato talmente tanta pizza da boccheggiare per 3 giorni), il fatto che c’era qualcuno che credeva in me, che non mi giudicava per quello che ero, ma guardava solo all’obiettivo mi faceva stare bene e venire voglia di mangiare l’asfalto con le ruote.

Non mi scorderò mai le facce di tutti i ciclisti che incontravo la domenica mattina che mi vedevano con la mia MTB da 100 euro, faticare come un suino in calore. Li vedo ancora i sorrisini mentre mi sverniciavano a 200 all’ora con le loro tutine colorate.

Poi è arrivato il giorno del ritiro del pacco gara: mi stavo cacando sotto. Ero si in forma, avevo perso 12 kili e riuscivo a pedalare per molte ore, ma vedere tutta quella gente che correva da anni mi faceva sembrare il solito coglione che voleva strafare. Ero quasi convinto che appena capito cosa stavo facendo mi avrebbero mandato a quel paese all’istante.

In realtà poi tutta la gente che conoscevo era super entusiasta!

Invece che dire il solito: te sei matto! Mi incoraggiavano e mi facevano i complimenti.

La Granfondo campagnolo in sé è impossibile da descrivere, bisogna assolutamente viverla.

Vi voglio raccontare solo un episodio. A poco più di metà percorso mi vengono i crampi che mi tormenteranno per tutto il resto del tempo. Inevitabilmente rallento e mi ritrovo a correre con chi, per scelta e per mezzi tecnici la fa un po’ più piano. Ci troviamo in 4/5 a fare insieme gli ultimi 30 km. Abbiamo beccato il traffico aperto (ci aveva superato la macchina scopa proprio a 30 dall’arrivo) e 20 minuti di acquazzone, ma nonostante ci siamo divertiti come pazzi. Abbiamo riso della nostra scarsa prestazione e abbiamo sognato il pasta party che ci aspettava.

Avevo trovato dei fratelli e per farlo mi era bastato pedalare.

 

https://www.youtube.com/watch?v=PYNdiusW8OI
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