PAGELLONE GIRO D’ITALIA 2016

Esteban Chaves: 9; “Bello questo sorriso” lo stuzzica Andrea De Luca in zona mista a Sant’Anna di Vinadio, il colombiano ha appena perso il Giro, ma non riesce a non sorridere “Perché non ridere? Questa è solo una gara di ciclismo, sono altre le cose davvero importanti nella vita, nella vita vera”. Basta questo per descrivere il ragazzo. Un gioiello. Un esempio da mostrare ai più piccoli. Per i colombiani è “il colibrì”, per noi è SORRISO

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Rafal Majka: 5; inizialmente puntava a vincere, quindi ripiega sul podio e alla fine punta a salvare il salvabile. Arriva quinto. MAJ…NA GIOIA

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Jakob Fuglsang: 9; nonostante venga nominato mediamente dieci volte a tappa nessuno ha ancora capito come cavolo si pronunci il suo cognome. FUCSIA

Silvio Martinello – Francesco Pancani: 10; che coppia ragazzi, ci regalano momenti di ciclismo puro, siparietti alla Greggio-Iacchetti in quel di Striscia e attimi di TG5 con Mentana-Colonnello Giuliacci… ovviamente la parte di Giuliacci se la prende il buon Silvio che nonostante il fare professionale ne indovina una in tutto il giro, ma gli vogliamo bene lo stesso. Tante le chicche nelle tre settimane ma ce ne basta una… SILVIOLO E PANCANOLO

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Marcel Kittel: 2; si presenta come un dominatore, nella parentesi olandese lascia solo briciole agli avversari e riporta in Italia maglia rosa e maglia rossa.  Fenomenale verrebbe da dire, peccato che sia uno dei tanti venuto a fare un giro di 7 tappe per scappare prima delle difficoltà. Non so se sia peggio il ciclista che che vince e scappa o l’organizzatore che glielo permette. Non ci mancherai. HELLO KITTEL [Cit.]


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Arnaud Demare: S.V. ah, ma c’era anche lui? Dai, non scherziamo. CHI L’HA VISTO?

Andrea De Luca: 9.5; gli basta una frase, “non so neanche ca**o sia quello lì!”. ERMETICO

https://www.facebook.com/CICLISMO-IGNORANTE-674034022696304/videos

Steven Kruijswijk: 8.5; durante le interminabili digressioni pre-giro tra i tanti che potevano giocarsi la generale venivano tirati in ballo nomi improponibili, ma Kruijswijk, che per semplicità chiameremo Coso, non c’era. Parte il giro e Coso non perde mai un centimetro, quel rettangolone olandese è sempre lì durante tutta la prima settimana, ma nessuno sembra considerarlo. Neanche dopo aver conquistato la rosa viene considerato davvero come potenziale vincitore, ma ci mette il cuore e nella mente di chi racconta il giro si trasforma da “sorpresa” in “dominatore”. Fermato solo dalla sorte, perde anche il podio.  IL RETTANGOLO NO… NON L’AVEVO CONSIDERATO


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Daniel Oss: 8; allergico alla compagnia, durante tutto il giro si fa 557 km in fuga. MISANTROPO

André Greipel: 3; quando il gatto non c’è i topi ballano. Lo sdentato di noi altri vince una tappa, quando viene avvisato del fatto che la De Stefano l’ha chiamato Marcel diventa come il toro (o un cinghiale per usare il nomignolo “made in Scinto”) che vede rosso, si sfoga sulla strada e arriva al tris, ma di onorare il giro proprio non se ne parla. Quantomeno ha avvisato in anticipo. BOCCA DELLA VERITÀ


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Ilnur Zakarin: 6;  viene al Giro per fare classifica, ma se ne va con le ossa rotte e con la consapevolezza che la discesa non è cosa sua. Nella cronometro del Chianti va giù tre volte, nella discesa del Colle dell’Agnello cade con violenza, il casco gli salva la vita, ma ci rimette clavicola, scapola e Giro. RIMETTIAMO LE ROTELLE?

Davide Malacarne: 9; se ci fosse una classifica social la vincerebbe a mani basse. Grazie alla sua crew è riuscito a contagiare con la “Malacarne?”-mania anche Zaia, la De Stefano, Beppe Conti e Mattarella. NOI PORTIAMO IL VINO… MALACARNE?

Mikel Landa: 8; dopo la vittoria al Trentino fa una scommessa con UN giornalista, “se vinco il giro ti sposo”. Nel frattempo succede che le unioni civili diventano legge ed il pericolo si fa incombente; ecco che appena capisce che forse quel giro l’avrebbe potuto vincere davvero lo stomaco gli va sottosopra, la paura cresce tanto che monta sull’ammiraglia per non scenderne più. CAG8


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Valerio Agnoli: 9; cade, si rompe gomito e polso ma fa comunque una trentina di chilometri (compresa una rampa con picchi al 16%) per arrivare al traguardo. Il giorno successivo vorrebbe ripartire, ma non può e dunque è costretto a tornare a casa, dove quasi per dispetto alla sfortuna non perde tempo per riprendere ad allenarsi. ROBOCOP

Pippo Pozzato: 9.5; non lotta per la generale, non vince tappe, non va in fuga, eppure resta l’idolo. Nelle strade la gente si esalta per i fuggitivi, per Nibali e… per Pippo. Forse il minuto più bello di questo Giro c’è l’ha regalato lui con la fagianata provata  alla diciassettesima tappa. Alla faccia dei “denigratori”. MAESTRO
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Alessandra De Stefano: partenza senza freni in Olanda dove, complici le restrizioni organizzative della Rai, si lascia andare in fuori onda che neanche Emilio Fede. In Italia continua a rifornire di perle il mondo del Ciclismo Ignorante grazie ai siparietti con i vari Garzelli, Ciccio Uran e Michele Scarponi. La nota dolente è il processo alla tappa, da rivedere perché sempre troppo “movimentato”, “divertente” e “mai banale”. Nei nostri network basta nominarla che parte una guerra civile tra chi la ama e chi la odia… HATERS GONNA HATE. LOVERS GONNA LOVE.

Darwin Atapuma: dispiace e tanto per come abbia perso la tappa di Corvara, ma a dirla tutta non è che si sia gestito così bene. È andato quando non doveva andare, ha cincischiato quando non doveva cincischiare. Ci riprova alla ventesima tappa, ma anche lì perde l’attimo e finisce secondo. CIAO DARWIN

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Fabian Cancellara: 6; la speranza di vederlo in rosa svanisce lungo i 9km della cronometro d’apertura, la nostra speranza di vederlo ancora in bici non svanirà fino al prossimo Fiandre. PER SEMPRE SPARTACUS

Valerio Iafrate-Marzio Bruseghin: 8; come la montagna piazzata troppo lontana dal traguardo. Comunque PROMOSSI

Bob Jungels: 8.5; arriva al giro senza troppe pretese, riesce a vestire la rosa per qualche giorno e la bianca fino a Torino. Faccia pulita e capello impomatato. Un volto nuovo per il ciclismo internazionale, benvenuto nella mischia. WELCOME TO THE JUNGELS

Giacomo Berlato: 7.5; è ancora in fuga… oh!! Giacomo!!! Il giro è finito!! Puoi fermarti!!! Scherzi a parte, lo danno per ritirato alla fine della seconda settimana, in realtà era già arrivato a Torino. FUGA DA ALCATRAZ

Gianluca Brambilla: 8.5; coraggioso il modo in cui si va a prendere la rosa, eroico nel difenderla, signorile nel cederla a Jungels. TANTA ROBA

Tom Dumoulin: 3; il farfallone di Maastricht già non eccelle in simpatia, poi riesce a far arrivare secondo uno che di nome fa Primoz e con Ciclismo Ignorante ha chiuso definitivamente. Favorito assoluto solo per complessati e pseudo-giornalisti , lascia il segno in questo Giro solo grazie alla pubblicità dello shampoo. BELLI CAPELLI

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Giulio Ciccone: 7.5; cerca e ottiene una vittoria di tappa fantastica, prestazioni sempre al di sopra delle aspettative fino al momento dello sfortunato ritiro. Giovanissimo che fa ben sperare per un futuro… DELLA MADONNA
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Ciccio Uran:  5; giro anonimo il suo. Fa più bella figura da nutrizionista quando spiega il perché delle banane in corsa, che non da campione favorito per il podio. DESAPARECIDO

Davide Bramati: autore primario del “miracolo Etixx”. Due tappe vinte con Kittel, una con Brambilla ed una con Trentin, sei giorni in maglia rosa, maglia bianca conquistata. Tattica sempre impeccabile. SPECIAL ONE

Diego Ulissi: 8.5; due vittorie per il toscano che lotta come un mastino, va in fuga, tiene duro in salita, sprinta ai TV. Giro pazzesco che lo rilancia per un futuro da uomo di classifica. BOIA DEH

Adam Hansen: 14; con questo fa quattordici grandi giri conclusi consecutivamente. I grandi giri si contano, le birre no. IRON MAN

LINK AL VIDEO

Sacha Modolo: 7.5; ce l’aspettavamo in volata, ma si mette più in risalto nelle tappe ondulate dove lavora per Ulissi prima, per sé stesso poi. Il miglior acuto del suo giro ce lo regala durante il giorno di riposo  TRONISTA

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Giacomo Nizzolo: 7.5; sempre secondo, perennemente secondo…ma riflettendoci anche Sagan per un periodo non riusciva a non arrivare secondo. Si era sbloccato, ma nel modo sbagliato. PROVACI ANCORA JACK

Ale Valverde: 7; esordio al Giro a 36 anni, corre con la testa più che con le gambe. Onora la gara vincendo una tappa e portando a casa un buon terzo posto. ECONOMO

Eugert Zhupa: 8. VIVE IN FUGA

Genki Yamamoto: 9.5; finisce il Giro e questo ci basta. SAMURAI

Michele Scarponi: 9; se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Uomo squadra, uomo di fatica, uomo e basta. Ma di questo Giro ricorderemo più di ogni altra cosa le grandi prestazioni al processo alla tappa, con la De Stefano costretta a dover gestire una mina vagante. PIERINO

LINK al siparietto con Stefano Garzelli
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Mikel Nieve: 8; chiamato a risollevare il Giro dell Sky, altrimenti disastroso. Vince la tappa di Cividale del Friuli, conquista la classifica degli scalatori. A Sant’Anna del Vinadio punta l’impresa della vittoria di tappa, ma si scioglie al sole. PUPAZZO DI NIEVE

Vincenzo Nibali: a cosa gli serve un  voto? parte da favorito assoluto, ma va a sbattere contro gambe che non girano come dovrebbero e contro “l’ecosistema Italia” in cui basta una battuta d’arresto per venir messo in discussione. Dà spettacolo. Vince. Manda un bacio verso chi le sue vittorie le ha seguite da lassù. Ora zitti tutti. La strada ha parlato. SOLO CHI CADE SE PO’ RIALZA’

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