René Vietto: l’amore per chi non vince… (2/2)

Termina il conflitto e l’unica prerogative è riportare il paese nella normalità e nulla più del Tour può contribuire in questo processo. Jacques Goddet de “L’Equipe” ed Émilien Amaury de “Parisien Libere” (poi “Le Parisien”) cercano di mettere su un Tour nel 1946, ma gli sforzi sono vani, la ricostruzione è la prerogativa, dunque ci si concentra sull’anno successivo, un 1947 per il quale René Vietto, ormai trentaduenne, afferma “Saremo la squadra più forte, se ci lasceremo sfuggire questo Tour l’unica cosa che pedalerò per il resto dei miei giorni sarà una macchina per cucire”, le aspettative di una vita ed una vittoria attesa da un quindici anni racchiuse in poche migliaia di chilometri.

Sarà un Tour atipico: cento partenti, di cui dodici veterani ed ottantotto esordienti. La Francia presenta ben sei squadre, l’Italia e l’Olanda una, mentre la Svizzera ed il Lussemburgo collaborano per metter su una squadra mista in grado di competere.

René non è più alle prime armi, è un veterano che si sta giocando la sua ultima chance e si comporta da tale, spadroneggia in gruppo guadagnandosi il nomignolo di “Le Roi René”: discussioni con la giuria dalla quale pretendeva migliori (e più abbondanti) rifornimenti per tutti, o qualche ceffone mollato a chi cercava di scattargli in faccia. Per la generale lotta con l’azzurro Aldo Ronconi e con il giovane bretone Jean Robic, ai piedi dei Pirenei è sottopressione, ha solo 4 minuti di vantaggio ed arriva a rimpiangere “le lunghissime tappe dell’anteguerra”. Difende la maglia.

L’ultimo scoglio è una cronometro, questa specialità è da sempre ostile a René che lungo quei 139 chilometri lascia la bellezza di quindici minuti, scivolando in quinta posizione. Davanti a lui Robic limita i danni e si piazza a tre minuti dagli italiani Brambilla e Ronconi; li befferà con un attacco scaltro all’ingresso del velodromo del Parc des Princes vincendo il Tour senza aver mai indossato la maglia gialla.

René Vietto fallisce nell’ossessione di una vita, nessuno sa se effettivamente inizia a “pedalare una macchina per cucire”, ciò che è certo è che si ritira nella sua fattoria di Orange, in Costa Azzurra, dove morirà a 74 anni nel 1988.